Cosa sono le fratture
La frattura è l’interruzione della continuità di un osso che solitamente segue a un evento traumatico.
Vi sono varie tipologie di fratture: composta (se i monconi rimangono allineati), scomposta (se i frammenti si allontanano o non rimangono sullo stesso asse), chiusa (se non c’è lacerazione dei tessuti molli circostanti l’osso), esposta (se vi è contemporanea lacerazione della cute).
Le fratture o anche solo il sospetto merita sempre un accesso in pronto soccorso, gli esami strumentali del caso (solitamente una radiografia) e la visita specialistica che accertino quale sia il trattamento migliore da eseguire.
Nel caso di fratture composte, dopo opportuna riduzione, può essere sufficiente l’applicazione di un tutore chiuso (che equivale in tutto e per tutto a un apparecchio gessato) e che non va rimosso per almeno quattro-sei settimane.
In altri casi si rende necessario l’intervento chirurgico, ossia il riavvicinamento dei frammenti ossei e la loro sintesi mediante fili, viti o placche che stabilizzino il tutto.
Cosa può fare il fisioterapista per le fratture
A seconda della tipologia di frattura e di trattamento, in accordo con il chirurgo che ha eseguito l’intervento, il fisioterapista può iniziare il protocollo riabilitativo che, nei casi più fortunati, comincia già dalla terza/quinta giornata post-operatoria. Viene confezionato un tutore di rimovibile di protezione e il paziente viene istruito su ciò che può e non può fare, sugli esercizi da eseguire al domicilio e periodicamente (una/due volte a settimane) esegue sedute con il fisioterapista.
Un buon trattamento riabilitativo, eseguito nei tempi e nelle modalità corrette, agevola il recupero e, compatibilmente con il danno iniziale, permette di ridurre i danni secondari alla frattura (problemi articolari o di forza).